Il mondo digitale radioamatoriale ha incontrato una crescita molto elevata in questi anni. Dai primi tentativi, comunque funzionali e ben fatti, del protocollo DSTAR della ICOM di oltre una decina di anni fa siamo oggi a parlare di interconnessioni, multiprotocollo, reflector, etc. Addentrarci nelle singole potenzialità e specifiche di ogni sistema è quantomai vasto e non di primo (e semplice) approccio; vediamo una panoramica sui termini più comuni che sentiamo dire quando operiamo sui sistemi digitali radioamatoriali affinché sia possibile poi un approfondimento.
Multiprotocollo significa collegamento di sistemi digitali diversi fra loro. Non ci dobbiamo più stupire se, operando ad esempio in DSTAR, arriviamo a parlare con colleghi che invece usano il protocollo DMR o il C4FM. Ci sono delle regole da osservare: ogni rete e protocollo necessita di impostazioni particolari (es. essere in possesso di ID DMR o di registrazione all’infrastruttura mondiale DSTAR) affinché le informazioni (flussi) possano transitare tra sistemi diversi, ma finalmente possiamo scegliere la nostra marca o tipo di apparato preferito e comunque parlare con amici che hanno sistemi (ricetrasmettitori) diversi.
All’inizio questo modo di operare, di collegare fra loro sistemi (e marche di radio) non della stessa famiglia, non è stato visto da tutti favorevolmente. Ma si sa, il progresso ha bisogno di farsi sempre dei nemici ed oggi il multiprotocollo è l’ambiente più usato dai radioamatori digitali e anche chi professava scomuniche dai pulpiti di un simpatico trinceramento “purista” si è convertito giocoforza alla maggioranza dei voleri degli utilizzatori radio. Avanti quindi nel parlare con tutto e tutti, ma sempre con un occhio attento alla funzionalità e alla qualità.
Cosa è un “reflector”? Semplicemente un software (che opera su di un server, un PC) che permette di ricevere dati (flussi audio) da vari ponti ripetitori (e sistemi personali – hotspot) collegati e lo “riflette”, lo ritrasmette. In pratica, se faccio qso su di un ripetitore collegato ad un reflector, verrò ascoltato da tutti i sistemi/ripetitori ad esso uniti: uno trasmette, gli altri ricevono. Uno per volta.
È come se stessi facendo un discorso in una stanza, con vari interlocutori che prendono la parola rispondendomi in maniera disciplinata. Quindi possono esserci stanze diverse e ognuna con un “tema” diverso, o che rappresentano località e luoghi diversi. Le stanze sono “room” nel gergo tecnico radioamatoriale digitale legato al protocollo Yaesu C4FM, moduli (regionali, nazionale, etc.) di un reflector nel mondo DSTAR, TG (TalkGroup) in DMR (TG regionali, TG Cluster aggregativi, TG “tattici”, etc.).
Ogni protocollo si comporta in maniera operativa diversa, ma la finalità è “incanalare” un certo flusso dati verso uno specifico obiettivo, essere raggiunti dal corrispondente anche se quest’ultimo non sta utilizzando lo stesso nostro ripetitore, ma farà ascolto nella stessa room/modulo/TG.
Questi sistemi reflector possono operare in modalità individuale, ovvero non avere collegamenti con altri software e usare anche un unico protocollo digitale. Si parla quindi di un ambito circoscritto e ben definito. Ugualmente è altresì possibile unire fra loro più reflector e software con compiti diversi. In questo caso ho davanti a me un network che instrada la mia emissione C4FM verso panorami DMR e ancora verso server DSTAR e altro. Il tutto si complica, è vero.
Ma se il network è ben gestito, controllato, operante con software di qualità, aggiornato costantemente e con regole precise, il gioco funziona e la mia emissione non subirà un degrado è verrà ascoltata “in qualità” tra i vari partecipanti al network.
In sintesi, è difficile l’approccio al digitale raioamatoriale ? No, se si ha voglia di imparare e siamo curiosi nell’apprendere tecnologie e modi di operare con più possibilità, precluse ad esempio alla vecchia modalità analogica.
È invece difficile essere obiettivi, confrontarsi nel capire le difficoltà per una crescita comune dei sistemi, ascoltare prima di parlare, mettersi in discussione in prima persona e non aver paura di chiedere un aiuto agli altri per poi essere noi maestri di futuri amici e colleghi. Ma forse non solo nel mondo radioamatoriale vi sono queste difficoltà…
FIGO…