Di derivazione e uso in ambito civile, il protocollo digitale DMR è diffuso anche nel mondo radioamatoriale. Oltre ai vari ricetrasmettitori blasonati, quali MOTOROLA e HYTERA, ultimamente hanno avuto grossa diffusione apparati come RETEVIS e ANYTONE, con funzionalità a volte più vicine al “normale” modus operandi del radioamatore come ad esempio l’impostazione di parametri (frequenza, shift, etc.) agendo direttamente sull’apparato senza la necessità di un PC per la programmazione, come di consueto. Un apparato ricetrasmittente DMR generalmente può essere impiegato, salvo le opportune configurazioni, sia per uso lavorativo e civile che per hobby.

Il protocollo DMR (Digital Mobile Radio) utilizza la modulazione TDMA (suddivisione temporale), con il risultato di gestire due comunicazioni indipendenti tra loro. Si parla quindi di SLOT 1 e SLOT 2 su di un unico segnale RF a 12,5 Khz. In pratica, quando parliamo su di un ponte ripetitore, possiamo avere un QSO sullo SLOT 1 e uno sullo SLOT 2, indipendenti tra loro.

La prima cosa da fare appena programmiamo un apparato DMR è quella di inserire il PROPRIO ID DMR, un numero UNIVOCO che viene rilasciato dopo opportuna registrazione (cercare su internet il sito dedicato a tale procedura). Questo numero (ne basta UNO SOLO anche se abbiamo più apparati) permetterà il nostro riconoscimento sull’intera rete radioamatoriale. Ogni ripetitore è infatti collegato via internet ad un server che identifica la rete radioamatoriale in uso (es. BrandMeister o DMRPlus) e gestirà il nostro flusso dati (voce) digitale.

Successivamente dovremo impostare, compatibilmente con le modalità in uso alla rete sulla quale transitiamo, i TG o TalkGroup. Questi sono dei numeri (es. 222) che “aprono” il flusso verso canali dedicati. Per convenzione il TG 222 rappresenta ITALIA e viene programmato sullo SLOT 1. Vista la dinamicità dei sistemi è importante documentarsi su internet per avere l’elenco aggiornato dei TG in uso. Questi TG dovranno essere poi associati ad un “gruppo di ascolto” per far aprire l’audio in ingresso sull’apparato e abbinati ad una memoria per il transito su di un ripetitore, impostando quindi la frequenza di ricezione e trasmissione. Semplificando, possiamo pensare al TG come ad una sorta di selettiva che non udiamo ma che l’apparato riconosce.

L’ID DMR UNIVOCO serve anche per effettuare delle chiamate tra due radio. Infatti l’operatore A potrà chiamare direttamente l’operatore B semplicemente richiamando l’ID di quest’ultimo. Poichè si parla di reti digitali radioamatoriali tutte le comunicazioni effettuate dovranno essere IN CHIARO e ascoltabili da tutti i radioamatori. Alcuni terminali radio sono provvisti di GPS: questa funzione permette di inviare le proprie coordinate DPRS al sistema che provvede alla visualizzazione della nostra posizione su delle mappe su internet.

Altra funzionalità da tenere presente durante la programmazione delle radio DMR è la gestione dei contatti. In breve, ad un NUMERO/ID DMR può essere associato un nome o nominativo. Quando questi trasmetterà, sul display della radio ricevente, se creata questa rubrica in tale apparato, verrà visualizzato il nome del corrispondente per facilitarne il riconoscimento.

E’ buona norma attendere sempre alcuni secondi prima di riprendere la trasmissione durante un QSO e di documentarsi in internet per capire quale ripetitore stiamo impegnando e su quale rete radioamatoriale esso opera. Non tutte le reti sono collegate fra loro e ci possono essere differenze operative importanti come un diverso impiego dei TG.

Un pensiero su “Il protocollo DMR: nessuna paura per il radioamatore.

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